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La locandina
Syriana   di Graziano Greco
Una pellicola controcorrente
Dopo Munich, un altro film controcorrente. Syriana è una pellicola che contesta il sistema politico economico globale che gli Stati Uniti esportano, quella specie di colonialismo di nuova generazione, una architettura geopolitica ramificata, perfettamente ordita e costruita attraverso l'unione di tante piccole cellule politiche nazionali da cui, realtà economiche transnazionali attingono linfa creando oligopoli distribuiti. La storia e' raccontata in un perfetto stile giornalistico documentario. La sceneggiatura è tratta da una vicenda vera divenuta libro di grande successo in America. "La disfatta della CIA", denuncia autobiografica di Robert Baer ex agente della CIA durante l'amministrazione Clinton, inquisito dall'FBI e licenziato dall'agenzia stessa, uno dei pochi ad aver sostenuto la pericolosità di Bin Laden all'indomani del primo attentato alle Twin Towers della metà degli anni '90, denunciando l'assurdità del rifiuto degli Stati Uniti di trarre in arresto il terrorista saudita dopo essere stato cacciato dal Sudan. L'idea di riportare la storia di Baer su pellicola era piaciuta già a Steven Soderbergh regista di Ocean's Twelve. La sceneggiatura poi sviluppata da Gaghan, regista, già vincitore dell'oscar per aver sceneggiato Traffic, è stata scritta dopo mesi passati in Medio Oriente. In Iraq Gaghan c'è andato con Baer. I due hanno incontrato leader tribali che sono poi morti nel corso della guerra, e, successivamente, insieme a Matt Damon, fra i primi attori a volere far parte del cast di Syriana, sono andati a Beirut per parlare di terrorismo con Muhammad Hussain Fadlallah, leader spirituale di Hezbollah. Il Bob Barnes di Syriana (interpretato da Gorge Clooney), riscrittura abile dell'agente Baer protagonista del libro, è un militare esperto, profondo conoscitore della realtà araba, considerato scomodo per i suoi modi di agire sempre fuori dalle righe. Barnes viene incaricato dalla CIA di eliminare il Principe Nasir erede al trono di un paese del Medio Oriente. Di formazione culturale occidentale, il futuro emiro è un liberal-democratico, riformista, come preferisce definirsi, profondamente innamorato del suo popolo, deciso a sfruttare al meglio e senza condizionamenti politici esterni il patrimonio petrolifero del sottosuolo del suo paese. Tutto questo non piace alla multinazionale petrolifera americana interessata allo sfruttamento delle risorse e intralcia la strategia politica statunitense in quell'area. Un consulente finanziario, ingaggiato dall'emiro per condurre al meglio la propria strategia politico-economica (interpretato da Matt Demon, riuscito nel ruolo del bravo ragazzo di successo, composto ma determinato, la cui vita familiare viene stravolta da un lutto improvviso) e un giovane kamikaze completano il quadro dei protagonisti del film. Syriana è un film scritto in puro stile americano: un insieme di racconti nel racconto, una trama che si articola e si intreccia guidando più storie che viaggiano parallele per poi incontrarsi alla fine. Una visione fatalista guida, tiene le fila del film, una entità oscura conduce le maschere dei personaggi che ignare non sanno di volgere lo sguardo ad un orizzonte, una sottile linea che unisce irrimediabilmente i loro destini. Prima di guardare in faccia il compiersi del loro destino tutti i protagonisti entrano in una parte che li catapulta fuori dal quotidiano, fuori da quell'insieme di gesti e sensazioni che li identifica agli occhi della realtà. Il consulente finanziario perde la freddezza analitica che lo dovrebbe contraddistinguere e si trasforma, spinto da mero opportunismo, nella coscienza dell'emiro, arrivando a parlare di progettualità politica riformista con la moglie che stenta a riconoscerlo. L'agente Clooney tradito dal suo paese si lancia in una corsa sfrenata nel deserto per bloccare il convoglio di Nasir, una corsa che affretta il compimento del suo amaro destino. Il piccolo kamikaze che impara l'arabo per registrare il suo proclama prima del suicido e che un attimo prima dell'impatto con la nave, prescelto obiettivo militare, chiude gli occhi evocando nello spettatore l'immagine dei kamikaze giapponesi che in picchiata con i loro aerei alla fine della seconda guerra mondiale si infrangevano sul ponte delle portaerei americane. L'emiro che un attimo prima di morire fissa negli occhi l'agente Bob rispecchiandosi, quasi a coronamento di quell'intima congiunzione dopo la quale c'è solo la morte. Al di là delle ottime intenzioni di Gaghan il film è forse troppo legato a questa visione fatalista ed è a tratti incomprensibile, salta da un personaggio all'altro con troppa facilità e lo spettatore ha la sensazione di perdersi nei tanti, troppi riferimenti storico-politici. Va evidenziata, però, l'audacia mostrata dal regista e dagli attori, perché Syriana è un film dopotutto di indubbio coraggio.
(articolo pubblicato il 20/03/2006)