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Omicidi, bisturi e....insetti  di Silvia Sclano

Il nastro della polizia scientifica delimita la scena del delitto: al centro dell'area invalicabile c'è un poliziotto con la valigetta scura, chino su un cadavere.
Squilla il cellulare, il poliziotto risponde con la sicurezza fredda e pacata che lo contraddistinguono, pronunciando il suo nome e il suo cognome: "Gil Grissom". Qualcun altro, da qualche altra parte di Las Vegas, lo sta interpellando per l'ennesima morte.
Indispensabile, abile, astuto, filosofo, metodico: questo è William Peterson, alias Gil Grissom. Un personaggio sicuramente interessante, in cui, se vogliamo, convergono gli archetipi dell'eroe, ma anche del mentore. Affida, organizza, segue i casi con passione e considera ogni nuova indagine una vera e propria sfida, in cui non è ammesso sbagliare. Seguire il metodo, le procedure e gli esperimenti che il capo della scientifica compie per approfondire e giungere alla risoluzione di un omicidio, caratterizza uno dei momenti più apprezzati di CSI. Le inquadrature, i primi piani, i dettagli degli strumenti e degli schemi utilizzati nel laboratorio distinguono questo personaggio da tutti gli altri agenti. La sicurezza che Grissom ripone nella propria conoscenza e scienza gli conferisce un'aura di infallibilità che spesso viene messa a dura prova, quando la pista seguita si rivela essere quella sbagliata. Ciò che contraddistingue Grissom dagli altri ispettori è la cultura. I poliziotti della televisione ci sorprendono per le loro battute pronte, l'intelligenza. Qui ci troviamo di fronte ad un agente che non solo ama il proprio lavoro, ma studia a fondo per ogni caso da affrontare. Grissom dà prova di conoscere l'arte, la letteratura, la storia, la religione: una cultura a 360° da cui emerge, in particolar modo, la passione per l'entomologia . Curiose e, a loro modo, divertenti le immagini in cui Grissom viviseziona insetti di varia natura, dalle larve alle farfalle, ricostruendo tramite il loro DNA anche l'ultimo istante di vita del cadavere. Grissom è un pedagogo per gli spettatori, ma anche per i suoi colleghi, cui fa da maestro dispensando spesso anche severi rimproveri. Ma anche Grissom è a sua volta un allievo quando, in obitorio, il Dott. Robbins delucida l'agente sulle condizioni post-mortem del malcapitato disteso sul lettino. Solo che, al posto della bacchetta dell'insegnante, il medico legale impugna un freddo bisturi. Self-controlled, ponderato, calcolatore, enigmatico: ogni indagine per Grissom è anche una questione privata. Non solo apprende da ogni omicidio le sfaccettature della complessità umana, ma tratta i casi come se fossero preziose opere d'arte, cui avvicinarsi con i guanti e la mascherina. Di questo personaggio, come d'altronde anche per gli altri, non è stata approfondita la sfera sentimentale. Quindi abbiamo delle impercettibili sfumature emotive che coinvolgono l'agente, come l'intesa sottile con la giovane Sarah (Georgia Fox), astuta e sensibile poliziotta della sua squadra. Ma Grissom non si sbilancia e, anzi, ben presto si troverà a dover combattere con un problema fisico, la graduale perdita dell'udito, che andrà a raffinare un altro senso: la vista.
Ma, verrebbe da dire, "non tutti i mali vengono per nuocere": infatti Grissom affinerà il senso della vista e questo lo aiuterà nell'osservazione e nello scrutamento degli indagati.
Personaggio moderno, affascinante e carismatico, Gil Grissom riassume la perspicacia dei suoi predecessori del genere poliziesco, la sensibilità del tipico gentleman e insieme l'umiltà di chi ha sempre qualcosa da imparare dalle vicende umane.

(articolo pubblicato il 12/10/2005)