Arti visive e Scandinavia, un incontro carico di emozioni    di Riccardo Mazzoni    2/2

Elen Broms Sandberg ha indicato nella sua ricerca di leggende, spesso ambientate in luoghi diroccati, un elemento di ispirazione per trarre filmati, ma anche foto, che ricreino quell'atmosfera perduta della leggenda. Nella cura della scenografia, nella precisione del racconto Broms Sandberg non fa perdere allo spettatore, spesso immerso in videoinstallazioni, l'atmosfera e la drammaticità del racconto.

Lauri Astala ha mostrato la sua videoinstallazione attraverso diapositive e filmati, mostrando come anche l'uomo non sia dissimile da altri animali quando si guarda in uno specchio differito. L'effetto è esilarante, spesso la persona si chiede se davanti a lui ci sia veramente solo la sua immagine differita. Inoltre, Lauri Astala ha mostrato anche la sua ricerca personale di crea illusioni ottiche attraverso tecniche computerizzate, sostanzialmente una declinazione simile all'esperimento precedente.

Cristina Brotherus ha spiegato al pubblico la sua ricerca estetica con la fotografia. Dopo il 2000, anno di svolta per la sua attività artistica, ha iniziato una serie di fotografie nelle quali il suo corpo e la sua immagine dialoga con la natura e, dato che spesso la natura è un paesaggio enorme rispetto alla persona, con sé stessi e la propria ricerca interiore e di infinito. In qualche foto si vede la Brotherus in piedi ed immobile, che guarda attonita lo spettatore. Si può effettuare un confronto immediato con il buffone di Watteau: se in quest'ultimo caso il personaggio vince sul contesto e si presenta enigmatico nella sua totale franchezza di sguardo, la Brotherus elimina la franchezza ed accentua il disagio, coadiuvato dal contesto spesso pieno di foschia o decadenti. Interessante la sua idea di ricerca estetica sfruttando soggetti noti, come il nudo che si guarda allo specchio, oppure proponendo versioni sarcastiche con ritratti di schiena che sfruttano la linea della colonna vertebrale sino alla fine.

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