Film del regista esordiente Giovanni Virgilio, vede come scenario un piccolo borgo della Bosnia Ripropone uno spaccato classico di cittadina post bellica: macerie, ricostruzioni, la vita che comincia e quella che ricomincia, vite che hanno vissuto sulla loro pelle gli orrori della guerra e giovani vite nate dopo e all’oscuro degli orrori.

La protagonista, un’adolescente divide la sua vita tra gli studi universitari e lo studio della musica; unica figlia e iper protetta dalla famiglia con l’amica del cuore opposta al suo modo di vivere. il classico contrasto tra il perfetto e la trasgressione queste due amiche condividono sogni,speranze, ideali,amori.

La tranquilla monotonia sarà interrotta dal doloroso passato della guerra che le toccherà direttamente nel loro intimo. In realtà le protagoniste sono un vettore che viene utilizzato per porre l’accento sulle atrocità avvenute durante la guerra Bosnia-Erzegovina di 20 anni fa. Una delle atrocità perpetrate sistematicamente furono gli stupri etnici. Questi lasciarono una scia di figli della guerra, donne violentate: impazzite, segnate nell’intimo e totalmente incapaci di amare, figli abbandonati, suicidi.

Il soggetto ha di suo un’importanza che non serve commentare, invece ci domandiamo se forse un argomento così forte non è stato un passo troppo grande per un esordiente regista? Nel complesso il film per l’importanza dell’argomento risulta interessante, possiamo apprezzare i giovani attori che si sono impegnati, possiamo gradire la musica che accompagna il film affidata alla cantautrice Erica Mou che si è già fatta apprezzare; ma tolti gli aspetti citati la pellicola va a singhiozzi, lenta o troppo astratta, anche se sul finale si vede una crescente azione.

Nell’insieme il film può avere una valenza storico-sociale che può aiutare a conoscere e ricordare le tante cose che la storia contemporanea, non ha il tempo di scrivere sulle pagine e che prima di essere scritte saranno dimenticate per un periodo. ” UNA BUGIA DETTA ANCHE A FIN DI BENE È PUR SEMPRE UNA BUGIA “