Richard Gere, foto stampa

Richard Gere, foto stampa

New York. Norman Oppenheimer si qualifica come uomo d’affari. La sua vita consta nel tentare di appagare le necessità altrui sognando di riscuotere in contraccambio rispetto e stima. Norman è un uomo fortemente solo che ha necessità, per sentirsi vivere, di essere accolto e riconosciuto come indispensabile dagli altri. Questo implica insoddisfazioni ma anche attimi di celebrazione e di successo quando chi possiede il potere lo accetta nella propria cerchia ristretta. Non è chiaro che lavoro svolga Norman, ma in ciò che fa è un professionista. Goffo nel vestire, ininterrottamente fuori posto e assillante al limite della pazienza, si muove in una New York in cui è sempre inverno. Sfida il gelo alla ricerca dell’individuo giusto cui rendere i propri totali servigi, ostentando conoscenze e amicizie importanti, si mostra servile e remissivo fino alla più vischiosa adulazione. Filantropo e generoso anche oltre le proprie possibilità, Norman vive nella aspettativa di una concretizzazione che forse neanche lui sa. Richard Gere interpreta un uomo sconfitto dalla vita e lo fa nel migliore dei modo, probabilmente nella migliore interpretazione della sua lunghissima carriera di attore. Gere si cala talmente nella parte dimostrando la dote superlativa di attore a 360 gradi.