THE OLD OAK è l’ultimo film del regista Ken Loach, già in concorso al festival di Cannes ed in uscita oggi.
Il regista ha collaborato con Paul Laverty, un sodalizio vincente che ha regalato e regala diverse belle pellicole.

E’noto l’impegno politico del regista e le diverse lotte sociali che lo hanno visto protagonista nella vita. Anche in questo film troviamo vivo l’impegno nel sociale.
Grande è lo spessore della storia narrata, tema più che mai attuale: l’integrazione multi etnica, il razzismo sullo sfondo e la povertà, impietosa con tutti.

La storia è ambientata in Inghilterra. in un paese minerario oramai isolato, non più attivo, fantasma di un epoca fiorente, ora una piccola comunità ripiegata su sé stessa. A scuotere dal torpore arrivano delle famiglie di profughi siriani, ospitati in appartamenti sfitti,  attraverso la cooperazione di organizzazioni umanitarie trovano gli alloggi messi a disposizione dalle istituzioni nella cittadina.

L’arrivo è inaspettato, improvviso senza avviso e turba profondamente la comunità che non è stata preparata.
La reazione è immaginabile, il diverso, lo sconosciuto non è accettato. Forte e violento è il rifiuto. In maniera parallela vi è la narrazione della vita dei protagonisti, il gestore di un Pub, la ragazza siriana e la sua famiglia, i frequentatori abituali del Pub, la mediatrice culturale, tutti in lotta per abbattere il muro della cattiveria che al contrario è innalzato.

La paura del diverso, il razzismo sfociano nella violenza gratuita. Il trascorrere del tempo e le vicissitudini belle e brutte della vita esaltano la ragione e il buon senso. Quando si impara a conoscere quello che consideriamo il diverso, quando la ragione oltrepassa il muro della diffidenza e si apre al dialogo, all’inclusione nasce la solidarietà, il reciproco aiuto, il muto soccorso.

Non ci si può non commuovere vedendo questo film, non si può non sentire uno slancio o il desiderio di attivarsi per aiutare. Sicuramente toccare le sensazioni, aprire la mente e il cuore sono parte degli obiettivi che il regista si è posto nel realizzare questo film. Nell’intervista durante la presentazione del film, è stato chiesto se questa è la sua ultima fatica e ci ha voluto regalare il suo testamento spirituale, essendo in età avanzata. Ha smentito categoricamente questa eventualità. Noi tutti ci auguriamo che nel futuro ci regali tanti altri bei capolavori.