Il pubblico numeroso accorso all'inaugurazione, foto Rodolfo Mazzoni

Il pubblico numeroso accorso all'inaugurazione, foto Rodolfo Mazzoni

Con l’avanzare degli anni nel secolo XXI° può sorgere spontanea la riflessione su quale sarà l’evoluzione del nostro costume. Anticipare le tendenze equivale a prevedere il futuro, compito che ogni persona almeno una volta nella vita ha aspirato di realizzare.
Agli inizi del ‘900 Cosima Wagner venne ritratta in fotografia con un abito nero che si potrebbe assimilare a quelli del primo ‘800, oggi una donna risulterebbe molto strana vestita in quel modo, molto più facile vederla radicalmente diversa.

Ci soffermiamo a guardare le foto del passato e gli interrogativi rimangono lì appesi: ma com’è stato possibile? Una semplice storia del costume non appaga.

Una risposta proviene dalla mostra La matassa dipanata, inaugurata il 3 Marzo scorso a Macerata, dedicata alla dote femminile partendo da un inedito archivio privato.

Nei documenti di dote troviamo il passaggio nel corso dei secoli di oggetti e idee di organizzazione famigliare italiana che fotografano un processo storico nel suo fluire, confermando ancora una volta che questo flusso vitale quando descritto non può totalmente immortalare le sue sfumature e la sua struttura. Se ci lasciassimo trascinare dalla corrente di informazioni trascritte, saremmo pervasi da un’epoca che, come la nostra, risolveva i propri problemi di vita proponendo soluzioni visualizzabili come architetture complesse, che vivono di relazioni. Così, avendole chiare, potremo pensare a prevedere il futuro.

Le testimonianze femminili si presentano nel percorso con documenti scritti di dote, elenchi di corredi e lettere del periodo tra il 1856 ed il 1865 che emergono da un lungo silenzio e che narrano delle spose originarie di Castelsantangelo sul Nera e sue frazioni, nelle zone dei Monti Sibillini.

Spose che possedevano questi preziosi documenti e che mettono in evidenza la vita e le condizioni socio-economiche delle donne nell’ambito del proprio nucleo familiare e nella comunità d’appartenenza, illustrando anche le regole del vivere di una società di 150 anni fa.

Un segno nel complesso tavolo del costume, un ulteriore stimolo per parlare del peso e dei passi della donna di ieri e di oggi in una società dove le relazioni fra uomo e donna erano rigide nella forma ma nella sostanza non così distanti da noi, oggi, nel XXI° secolo.

Luogo: Museo della Tessitura Laboratorio la Tela
Indirizzo: vicolo Vecchio 6, Macerata
Finissage: 30 Marzo 2012