Roma. Non tutti sanno che i napoletani possiedono un tesoro. E dire che un film immortalò tale possesso: Operazione San Gennaro, di Dino Risi con Totò e tanti altri grandi attori. Il tesoro di San Gennaro, appunto: in mostra dal 30 Ottobre al 16 Febbraio prossimo a Palazzo Sciarra, a via del Corso. Opere d’arte di bellezza straordinaria, e dal peso straordinario visto l’argento e l’oro massiccio presente, vengono esposte per demitizzare San Gennaro, il santo per eccellenza di Napoli. Infatti, a fronte della millenaria devozione si è sviluppata una raccolta artistica senza precedenti per bellezza, precisione nei dettagli, imponenza delle dimensioni. Ogni regnante che andasse a vedere tale tesoro doveva lasciare un dono, che ha arricchito nel corso del tempo la già preziosa raccolta. Un aneddoto per Maria José: chiese di visitare il tesoro come visita privata ma non sapeva, e nessuno glielo aveva detto, che doveva lasciare il dono. A fine percorso, imbarazzati tutti compresa lei, lasciò un anello che venne inserito nella Collana di San Gennaro.

Quale il significato da attribuire ad una mostra orafa di questo livello? Per quanto l’uomo possieda un sostrato di simboli e istinti innati e non alienabili, il livello superiore di simbologia si adatta ad un’epoca. Così, lo smeraldo rappresentava l’unione della sacralità del Santo con l’eternità e il potere; i rubini il sangue del martire; i diamanti la fede inattaccabile. Oggi sono solo pietre preziose che aumentano il valore del gioiello. Questa mostra ci consente di accedere direttamente al sostrato simbolico superiore italiano, così da poter comprendere meglio anche il nostro annacquato del XXI° secolo.

Coppia di infule della Mitra, 1713, Matteo Treglia; foto stampa

Coppia di infule della Mitra, 1713, Matteo Treglia; foto stampa

Pisside gemmata con croce, 1831; foto stampa

Pisside gemmata con croce, 1831; foto stampa

Santa Maria Egiziaca, 1699; foto stampa

Santa Maria Egiziaca, 1699; foto stampa