Roma. Il 20 Maggio Together Mansion ha ospitato il vernissage della fotografa Yana Shpitsberg.

Nei locali vicino viale di Trastevere si può ancora guardare FOTO_SETT, progetto che vuole raccontare i trenta giorni di un Settembre di una coppia, attraverso trenta scatti.

Partner del progetto Luca Busonera: con entrambi abbiamo avuto l’occasione di parlare del lavoro e delle scelte che ha comportato.

Ho notato in queste foto molti dettagli: possiamo iniziare con un particolare molto carino, questo ananas.

Yana: Questo progetto consisteva nel fare una foto per ogni giorno di Settembre, come sfida artistica. Io e Luca ogni giorno
dovevamo creare una idea, dovevamo scattare e poi metterlo su Instagram. Questa è la quarta serie, le idee cominciavano a scarseggiare, allora abbiamo deciso di realizzare il tutto in modo naturale. Ma non era concettuale! Pertanto l’ananas è un dettaglio che mi era piaciuto.

In questi 30 giorni di Settembre ci sono tanti momenti della vita di coppia che sono stati ritratti. Sempre per quanto riguarda l’ananas, è un momento di non dialogo della coppia?

Luca: Era un momento di crisi del progetto, perché tra le idee che scarseggiavano ed io che tornavo tardi dal lavoro accumulava stanchezza. Paradossalmente questa foto indica come sono chiuso in me stesso e con Jana che spingeva nel fare la foto, con l’ananas che avevamo preso il giorno prima al supermercato. Questo coglie un momento di non dialogo di una coppia dove la foto funziona proprio perché prima avevamo dialogato.

Essendo in B/N ed avendo questo aspetto retrò coglie il momento di grigio che può verificarsi in ogni coppia.

Luca: Un silenzio di coppia che potrà appianare le divergenze solo col tempo.

L'ananas, foto UTV
L’ananas, foto UTV

Per quanto riguarda l’uso del colore, praticamente preponderante, che tipo di colore è?

Yana: Non avevo una idea di colorare, di uniformare le foto con un solo colore dominante. Controllo maggiormente il contrasto, se l’intuizione della forma risulta in effetti corretta, venivano naturalmente. Inoltre, molte di esse sono state scattate a casa, dove la dominante è già arancione. Quelle in esterno, in Sardegna, abbiamo lasciato il blu del mare.

In particolare, in questa foto dove siete seduti uno di fronte l’altra, stiamo parlando dell’artista Marina Abramovic?

Yana: No, in realtà nasce da un’idea di Luca che in questo progetto era più la parte creativa.
Luca: Anche in questo caso si tratta di un secondo momento di crisi, se vogliamo, di questa idea: eravamo sempre in casa e proprio questo mi ha spinto a riflettere su come usare, forzatamente, i soli elementi reperibili nell’ambiente circostante, ho trovato questo portabottiglia e la maschera, molto piccola.
Siamo riusciti con questa composizione, dove sotto ogni foto Jana scriveva una didascalia. Qui il significato è: non hai idee ma non hai neanche una maschera così grande per nasconderti.

Questa foto qui, dove i due protagonisti hanno due pentole in testa, mi ricordano alcune foto dell’Ottocento dove marito e moglie si facevano ritrarre così. Non credo sia questo il caso, o no?

Yana: Dietro a questa immagine si trova una grande storia. Non era una citazione, è una situazione vera: i nostri vicini erano super rumorosi, avendo un laboratorio di dolci, e di notte davano fastidio. Proprio la notte prima stavamo discutendo con loro, mi sentivo in uno stato di guerra il giorno dopo, perché eravamo super arrabbiati.

Sulla sx "le pentole"; a dx la posa dei fenicotteri, foto UTV
Sulla sx “le pentole”; a dx la posa dei fenicotteri, foto UTV

Qui invece si può pensare ad una citazione della Sardegna?

Luca: Qui è una vera citazione dei fenicotteri rosa. E’ uno stagno dove nidificano.

Qui, trentesimo giorno, un po’ Beatles, un po’ Yoko Ono.

Luca: Qui era un momento di liberazione! Un atto di felicità, di essere arrivati alla fine del completamento di quest’opera.

Il progetto, foto UTV
Il progetto, foto UTV

Per concludere, hai dei riferimenti ai quali ti ispiri, dei maestri?

Yana: Da sempre mi hanno ispirato i fotografi della strada, i cosidetti street photographer. Poi con gli anni mi sono accorta che non realizzano foto propriamente di strada, veramente street: allora preferisco ispirarmi ad artisti meno conosciuti, come Julia Buruleva: lei realizza foto concettuali, in un rapporto tra natura e umanità e corpo.