Appuntamento il 5 Marzo su Rai1 per Margherita delle stelle, il biopic dedicato a Margherita Hack. Una produzione Minerva Pictures guidata da Santo Versace che porterà nelle case degli italiani la vita della grande astrofisica, mostrandone il lato umano piuttosto di quello scientifico. Il cast ha reso la scrittura della vita in modo magnifico: Cristiana Capotondi per la Margherita adulta; Cesare Bocci suo padre; Sandra Ceccarelli per la madre; Aldo De Rosa per il marito. Regia di Giulio Base.

Sentiamo direttamente dalle parole dei protagonisti e produttori le impressioni, emozioni e motivi di questo nuovo importante prodotto RAI, visibile anche su RaiPlay.

Santo Versace

E’ stato bellissimo. Ringrazio Maria Pia Ammirati (responsabile RaiFiction) perché, come ho sempre detto, la RAI è la più grande azienda culturale del paese. Potrebbe fare di più, bisognerebbe gestirla meglio, dare più mezzi per certi aspetti. Vedo in Francia come trattano il loro cinema, la loro televisione: bisogna imparare dagli altri. Ringrazio tutte le persone di Minerva per il lavoro straordinario. Gli attori, il regista: li ringrazio per questo splendido lavoro. Questa è la base per un mio sogno: andare agli Oscar. Poi, una cosa importantissima: mia madre era del 1920. E diceva: sono il papa e comando io. Nella mia famiglia c’era un ordine matriarcale. E mia madre, nonostante mio padre guadagnasse più di lei, era in grado di mantenere tutti. E’ la dimostrazione di donne che erano meglio degli uomini.

Cristiana Capotondi

E’ stato un viaggio verso le stelle. Veramente la vita di Margherita Hack e lo studio delle stelle siano una metafora della nostra vita. Già in questa battuta: puntare alla stella giusta, ossia puntare le nostre energie verso la direzione che sentiamo più connaturata. Credo che la astrofisica abbia scelto questo nella sua vita, perché non si è sottratta alla sua forza anche dolorosa, dovuta alla educazione familiare controcorrente che la ponevano in contraddizione con le altre compagne di scuola. Questi codici di comportamento la portano ad una grandissima storia d’amore, con un uomo che la prende per mano portandola verso la stella giusta. Margherita Hack ha preso con responsabilità il fatto di essere una donna con delle idee, una donna che stimolava le donne ad avere delle idee, allo studio.

Come imprenditrice del terzo settore lavoro con molte fondazioni che si occupano di promuovere le materie STEM e c’è un dato che accomuna le donne italiane: fino ai 16 anni esprimono il desiderio di studiare le materie scientifiche. Dopo, si dirottano verso quelle umanistiche. Non credo sia un cambio di gusto repentino: credo sia un tema culturale, di non riuscire ad affiancare una vita piena realizzata con una da scienziato. A volte le famiglie non hanno quella parola in più che possa portare a fare questa scelta ritenuta complessa.
Ritengo invece che una vita non realizzata sia molto complessa. Quando si punta alla stella giusta, la vita si allea rendendola più semplice.

Cesare Bocci

Il padre ha potuto realizzare una formazione della figlia grazie soprattutto a sua moglie, la madre di Margherita. Erano due tipi particolari, due vegetariani a quei tempi non si sapeva neanche cosa fossero, due antifascisti che hanno portato questo come insegnamento alla figlia. Siamo quello che ci hanno insegnato, credo le radici di Margherita siano dentro la famiglia, la linfa che l’ha fatta crescere. Quando mi è stato proposto questo ruolo non ho dovuto modificare nulla sulle parole, quando solitamente è il contrario data la mia pignoleria. Veramente! E’ raro trovarsi in un gruppo di lavoro così unito, penso che questo trasparirà nel filmato.

Sandra Ceccarelli

La madre era nata nel 1887, di due anni più grande del marito, una rarità per l’epoca. Sono molto grata a Giulio Base per avermi chiamata, intanto il titolo ritengo parli di scienza e di poesia. E le stelle sono una materia prima per la poesia stessa. Poi, ho una predilezione nell’interpretare personaggi realmente esistiti, ho come una sensazione di carne ed ossa, di farli rivivere, questo dialogo interiore un po’ me lo creavo. Ritengo fosse, la madre, fuori dai canoni dell’epoca.