Film francese che parla d’amore, mix classico nell’immaginario comune. Si potrebbe citare che i francesi sanno parlare d’amore e gli italiani sanno amare.
La trama narra le vicende di un professore di scuola che in realtà è uno scrittore di libri, dove in essi in nuce tratta l’amore dal punto di vista filosofico.
I suoi scritti sono pregni dello stile di vita che conduce, l’insegnamento è la sua fonte di sostentamento primaria e proprio questa necessità lo costringe, per mantenere l’incarico, ad accettare il nuovo posto presso una scuola di provincia.
Comincia così a vivere sdoppiato tra i quattro giorni in provincia e il fine settimana nella sua amata Parigi. L’ambiente ristretto della provincia gli consente di conoscere una donna-madre single.
Nasce l’amore che si scontra con l’amore filosofico tanto caro allo scrittore, dal conflitto si creeranno diverse situazioni che sfoceranno in un finale tutto da riflettere.
Il regista Lucas Belvaux ripropone, con tonalità romantiche ma al contempo stesso agro-dolce, il divario che da sempre la società in maniera cruda afferma ovvero la diversità tra i ceti, le culture, i generi. Lo narra in maniera imparziale: non vuole schierarsi da una delle due parti; lascia allo spettatore, secondo le proprie inclinazioni la facoltà di scegliere per chi tifare o in quale dei due aspetti immedesimarsi. Mantiene questo fino alla fine permettendo al finale di sorprendere lo spettatore e di lasciarlo con qualcosa su cui riflettere.