Nello Scavo è un giornalista di Avvenire. Una solida esperienza in reportage internazionali e cronismo giudiziario che hanno preparato la strada alla costruzione e scrittura di un importante libro, La lista di Bergoglio. Il titolo rimanda al famoso film La lista di Schindler, di Steven Spielberg, e tale rimando non è casuale. I salvati dal futuro pontefice durante la dittatura argentina di Videla purtroppo non sfigurano in confronto con la tragica situazione della seconda guerra mondiale, durante l’esecuzione della soluzione finale contro gli Ebrei.

Edito dalla casa editrice Emi per la collana Emisferi, tramite il racconto diretto dei sopravissuti e il resoconto stenografico degli interrogatori, uno di essi anche allo stesso Bergoglio, viene dipanata dall’interno dei fatti accaduti la fitta rete di assistenza, speranza e resistenza operata da chi non voleva vivere sotto una dittatura, da chi voleva sfuggire alla brutale forza della stessa, da chi doveva vivere per forza con essa e quindi obbligato a trovare un modo per non finirne schiacciato. Non solo la figura di Bergoglio ne esce granitica ed estremamente sottile nel capire, nel sentire le pieghe dove infilarsi senza rischiare, ma anche per noi italiani sarà più facile addentrarci in una pagina buia ma non isolata della storia contemporanea, pagina che ha riguardato anche tanti nostri lontani italiani emigrati lì in cerca di fortuna.

Durante la presentazione presso la Civiltà Cattolica abbiamo raccolto una breve dichiarazione alla regista Liliana Cavani.

Leggendo questo libro, dedicato a papa Bergoglio, e vedendo il suo operato come papa in questi mesi, possiamo affermare che va fuori da quella tradizione cristiana che deriva dal Medioevo? Assolutamente diverso sia nella forma che nel contenuto.

Assolutamente, però sembra che prenda la staffetta da Francesco, direttamente, e quindi considerando che il santo d’Assisi è così attuale da essere inattuale, accade questo anche per Bergoglio.