La famiglia Grimaldi si è pubblicamente dissociata dal film Grace di Monaco. Esce oggi, anteprima ieri a Cannes, grande battage mediatico ma il dubbio che la realizzazione sia stata frettolosa rimane. Purtroppo la grandi produzioni americane con frequenza non banale non colgono l’essenza del cinema: la pura addizione di bravi attori e belle scenografie non basta a realizzare un bel film. L’odore di un laboratorio chimico sembra spesso avvolgere questi importanti temi trattati. E pensare che Tim Roth è Ranieri III°.
Film inesatto è un’altra caratteristica che rimane in sottofondo. I primissimi piani su Nicole Kidman (interprete dell’indimenticata Grace Kelly) danno un taglio televisivo, poco adatto al cinema. Risulta inoltre che sia girato quasi completamente in Italia, dove si nota molto bene la bellezza del palazzo reale di Genova, mentre poche le scene nel Principato monegasco: troppo lontano dalla realtà. Va bene che i reali di Monaco sono di origine genovese ma ormai sono trapiantati da molti secoli a Montecarlo.
In tutto questo una nota positiva esiste: i costumi, ben scelti. La protagonista troppo seria forse non si Ë calata nel migliore dei modi nella parte di Principessa. Olivier Dahan, il regista, ha inserito all’inizio del film la scritta che il tutto si ispira alla vicende reali di Grace di Monaco: un film di fantasia ma a questo punto tanto valeva non chiamarlo Grace.