Godzilla si propone da domani nelle sale italiane con il suo carico di combattimenti e mostri. La storia è semplice: il solito ricercatore americano lavorante in Giappone scopre una attività sottoterra insolita, scambiata da altri ricercatori come terremoti. Lui ritiene sia una segnalazione di vita aliena. Non viene creduto, perde la moglie in un incidente nucleare forse scatenato da questo alieno, si fissa per tutta la vita nella ricerca della verità. In questa ricerca coinvolge suo figlio, militare esperto nel disinnesco di ordigni bellici.

Arriveranno alla verità, anche perché si scatenerà una lotta micidiale tra l’alieno buono, ossia Godzilla, contro i due cattivi che vogliono riprodursi per distruggere il pianeta. Di fronte a questo la forza militare americana risulterà inadeguata: è Godzilla l’eroe che salva il pianeta.

Disseminati nel film ci sono citazioni in abbondanza: Alien, il Requiem di Ligeti che rimanda a 2001:Odissea nello spazio, i dinosauri di Jurassic Park. Inoltre gli stereotipi del giapponese che comprende l’equilibrio della natura e vuole che venga ristabilito dai mostri (L’arroganza dell’uomo è pensare di avere la natura sotto il proprio controllo e non l’esatto contrario); il comandante della US Navy che esegue ordini senza valutare la situazione straordinaria in campo, rappresentando il tipo psicologico dell’ottuso; e tanti altri delineano il film diretto da Gareth Edwards facile alla comprensione, dove una maggiore sapienza di visione per gli effetti speciali avrebbe aggiunto maggiore spettacolarità. Di fronte a tale linearità vi proponiamo un’analisi più azzardata, solo per il gusto di complicare la visione.

Esiste un aspetto politico nella costruzione filmica? Mentre Superman era l’espressione della forza statunitense, il supereroe per eccellenza ben calato nell’era che stava per iniziare di Ronald Reagan, Godzilla rappresenta l’impotenza degli USA di fronte a nuove forze economiche che guidano il mondo, rappresentate dalla coppia di mostri.
India, Cina, Russia: un famoso scritto di Marx proseguiva nel titolo con tre premesse per tre rivoluzioni, oggi possiamo dire che la loro rivoluzione è consistita nello spostare capitale e conoscenze sbilanciando il mondo verso Est. Gli USA sono impotenti verso tale dinamica, considerando anche che il loro debito è in mano cinese, aspettano che qualcun’altro li salvi: chi sarà?