Roma. La Sala delle Bandiere del Campidoglio ha ospitato la presentazione della 718a Perdonanza della città dell’Aquila. Novità e fratellanza hanno spinto il Sindaco di Roma e del capoluogo abruzzese Cialente nella scelta della sede della Capitale per cementare ancora una volta il legame tra le due città, con una conferenza stampa nella quale erano presenti il Prefetto dell’Archivio Segreto Vaticano Monsignor Sergio Pagano e l’Arcivescovo dell’Aquila Giuseppe Molinari. “Ancora una volta Gianni Alemanno e la città di Roma -ha ringraziato il Sindaco Cialente – ci sono vicini, partendo da quel 6 Aprile: a punto tale che ormai definiamo Roma città sorella maggiore. Lo ricorderò sempre.

Insieme all’evento religioso e commemorativo verrà esposto il documento che sancì nel 1294 l’elezione di Pietro da Morrone al soglio pontificio come Celestino V. “Spesso a chi conosce poco la storia -ha commentato l’Arcivescovo Molinari- anche questa Perdonanza assumerà contorni un po’ vaghi, sfumati. Invece è un fatto storico vero, è vero in quel momento la Chiesa attraversava una crisi terribile. E’ vero che i Cardinali riuniti in conclave hanno scelto Celestino affinché diventasse papa e questo documento ci ricorda che non è una favola, è una storia vera che ha avuto una grande importanza nella storia della Chiesa, nonostante sia durato il suo pontificato sei mesi circa, ha lasciato un segno importante allora e permane tutt’ora”.

Il gesto di Celestino V, l’indulgenza ricordata appunto come Perdonanza, è assai importante perché le divisioni c’erano allora anche all’Aquila, appena ricostruita, “c’erano le varie fazioni in lotta tra loro -ha proseguito l’Arcivescovo-  e con questa indulgenza non solo pensava al bene spirituale ma era un invito discreto ma forte alla riconciliazione, a mettere il bene vero della città al primo posto”.

Dal 27 a 29 Agosto infatti lo si potrà vedere presso la sede della Banca d’Italia con ingresso gratuito e sarà preceduta il 27 Agosto stesso dalla lectio magistralis del Prefetto dell’Archivio Segreto del Vaticano, che alle ore 11 presso la chiesa di San Giuseppe a L’Aquila parlerà della figura di questo grande Papa, figura anticipata durante la conferenza stessa: “Pietro da Morrone si mostrò abbastanza restìo nel fare entrare gli Arcivescovi mandati come emissari dal Conclave, latori del documento della sua elezione al soglio pontificio -spiega Monsignor Pagano- pensava più a Dio che agli uomini, ed anche se erano gli emissari del Conclave non si scomodava per questo”. Venne convinto a leggere questa lettera, le fonti non dicono cosa fece subito dopo: “sicuramente, seguendo i suoi , chiese del tempo -prosegue Pagano- Ma il tempo non c’era. Sembra che gli abbiano fatto credere che, se avesse rifiutato, avrebbe compiuto un peccato mortale. Un eremita integro e santo come era lui di fronte a questa soltanto ventilata opinione abbia dato il suo assenso”.

 

Il documento di elezione di Celestino V, foto stampa