Roma. Sono in corso le proiezioni al Cinema Aquila dei film del Roma Indipendent Film Festival. Un calendario fitto di emozioni e riflessioni da tutto il mondo, dal quale anche stavolta vi proporremo una scelta ragionata.

Flytopia del duo registico Karni & Saul propone in 20′ la quintessenza delle fobie anglosassoni e scandinave. Un uomo stringe un patto con gli insetti, recita il catalogo del festival: in realtà è un tentativo di emulazione de Gli uccelli di Alfred Hitchcock usando gli insetti. Essi rappresentano le fobie e le paure di un uomo, più genericamente di una persona, che hanno raggiunto lo stadio delle allucinazioni. Il là fuori, il non essere all’altezza, la repressione sessuale si declinano in quella cultura europea ma assolutamente lontana dal Mediterraneo in questa estetica. Dagli antichi romani ad oggi permane questa differenza che rende così ricco l’Antico Continente.

Fruit flies di Bijan Benjamin coglie l’occasione di un rapporto sadico tra una prostituta ed un manager annoiato per dare uno spaccato di una realtà metropolitana. Il regista è tedesco ma la città può essere in Germania, in Italia, in USA, ovunque. Molto interessante, in quasi 29′ la storia si dipana in profondità, una sceneggiatura solida, una ricerca estetica che rappresenta ancora una volta come il XXI° secolo si è aperto con un maggior scientismo nel campo cinematografico, lasciando il simbolismo prettamente Novecentesco. A fine proiezione Bijan ha risposto ad una domanda del pubblico riguardo alla scelta della frutta presente nel film e al suo possibile accostamento con i personaggi come un fatto puramente estetico, aesthetic concept.

Le souffle court di Guillaume Legrand racconta una squallida storia di commercio di bambini dal punto di vista di due ragazzi alternativi, che vivono in una scuola abbandonata custodendo alla meno peggio dei bambini a rotazione per garantire la continuazione del loro assurdo smercio. Quasi 21′ dove la narrazione è paratattica: distendere su un’unica superficie una tematica così agghiacciante non è un’impresa facile, tanto che è riuscita poco.