Un momento delle proiezioni, foto stampa

Un momento delle proiezioni, foto stampa

Roma. Festival dal contenuto molto particolare al cinema Aquila quello tenutosi dal 5 al 7 Giugno: tema la salute mentale. Un argomento che non viene molto divulgato nell’interesse comune, di per sé nell’immaginario di tutti si colloca come una sorta di tabù, la malattia mentale è qualcosa di cui vergognarsi se direttamente interessati e da nascondere se riguarda la nostra sfera privata. Ci troviamo obbligati ad entrare in qualsiasi mondo perchè costretti da necessità o per lavoro.  Questo festival, giunto alla quarta edizione, ha permesso un approccio e una divulgazione comune per esorcizzare tutta la paura che ruota intorno a questo universo.

Il mondo del cinema invece nel corso dei decenni non ha mai avuto timore di affrontare l’argomento, tanto da diventare uno strumento per curare. La nuova psichiatria ha stretto un’attiva collaborazione con la settima arte.
Il festival ha proposto 18 tra corto e lungometraggi che hanno partecipato al concorso come migliore realizzazione, sono stati premiati per categoria e un premio extra è andato a Carlo Verdone, intervenuto alla premiazione per un contributo globale con la sua lunga produzione ed interpretazione cinematografica che spesso ha visto rappresentare sul grande schermo diverse psicosi.

Il miglior corto premiato, LE VOCI UMANE di Stefano Dei,  ha evidenziato la problematica dei manicomi in Serbia, con inserti di voci dei malati resi protagonisti in un racconto toccante e agghiacciante.
Il miglior lungometraggio, A LOVE SUPREME di Francesco Cannito,  ha narrato una storia d’amore tra persone con patologie mentali che si sono dovute scontrare con la burocrazie e le difficoltà che ostacolavano il realizzarsi del loro vivere quotidiano aumentando il disagio.

Tutti i film in concorso sono stati realizzati dalle persone affette da patologie che a volte si sono raccontate e altre volte solo montate in sequenza, tutte rigorosamente vere e reali. Le proiezioni sono state intercalate da numerosi incontri  e tavole rotonde con i realizzatori delle pellicole, con gli operatori sanitari che collaborano in progetti di recupero, con esponenti del mondo della psichiatria che credono in un attivo cambiamento del modo di curare il malato mentale. Alcuni esempi: il teatro come modalità per coinvolgere il malato direttamente per aiutarlo ad esprimere sé stesso; altra eccellenza: recuperare il malato di Alzheimer, come terapia validamente efficace si utilizza un breve video appositamente creato per il paziente che lo ritrae nei momenti della sua vita vissuta, con affetti, luoghi, ricordi: ogni giorno viene proiettato e lo deve vedere. Il risultato è premiante: nel paziente raffiorano con costanza i ricordi e lievemente la patologia viene rallentata, od almeno contrastata, con un miglioramento della qualità della vita del soggetto e dei suoi familiari. Una bella maratona che ha cercato di sfatare le paure che circondano il mondo della malattia mentale, proponendo un approccio semplice e fruibile.