Mike Stevens è uno Sniper del corpo dei Marines americani. Durante una missione nella quale dovevano uccidere un pericoloso terrorista, per lo scrupolo del cecchino, la missione fallisce. Nello scappare dal target, insieme a un collega finiscono in un campo minato. Il collega del cecchino rimane ucciso per aver sottovalutato tutti i segnali che una guerra insegna. Mike dopo aver messo piede anche lui su una mina, resta bloccato nel deserto e dovrà resistere per oltre 50 ore ore in mezzo al nulla, sotto il caldo e senza potersi muovere in attesa degli aiuti. Dovrà fare appello alle sue risorse per sopravvivere alle condizioni avverse e alle varie minacce che lo insidieranno.

La componente dei personaggi solleva le sorti del film come il berbero che instaura uno scontro filosofico tra la cultura occidentale e materialistica e quella della natura semplice ma ostile. Quando il guerriero arriva a capire questo, si spinge nell’abisso della sua psiche e si priva gradualmente della sua corazza, prima considerata importantissima e poi solo come impedimento.

Ottima visione di due giovani registi italiani: Fabio Guaglione e Fabio Resinaro e notevolissima performance di Armie Hammer.